Cosa vedere

Cerreto Sannita è un prezioso concentrato di arte, storia e architettura collocato in un suggestivo contesto naturalistico.
Chi ha la fortuna di visitarla scopre una città aperta, senza mura, ricca di piazze, chiese, palazzi, portali e fontane che la rendono un palcoscenico di grande fascino ed eleganza. Tutto intorno il paesaggio è dominato dal verde, da sentieri, corsi d’acqua e da oliveti e vigneti che trovano nell’argilloso terreno collinare l’ambiente naturale per una produzione di grande qualità.
Il centro
Il centro della città si distingue innanzitutto per il gran numero di chiese, quasi una ventina, che si alternano a eleganti palazzi, piazze squadrate, edicole antiche e arredi urbani in ceramica sparsi nel tessuto urbano.
La prima entrando in città è la chiesa di Maria di Costantinopoli, degli inizi del Seicento, che conserva un coro ligneo e resti dell’antica pavimentazione in ceramica. Pochi metri più in là ci si imbatte nell’armonioso insieme tardo barocco formato dalla Cattedrale della Ss. Trinità, dal maestoso Episcopio (Palazzo vescovile) e dall’ex Seminario vescovile. La Cattedrale è presenta affreschi di Francesco Palumbo, ben dodici altari in marmo e due campanili sormontati da semicupole rivestite in «riggiole» di maiolica giallo-verde.
Camminando lungo Corso Marzio Carafa si arriva al Palazzo Sant’Antonio, ex convento settecentesco sede del Museo della Ceramica. Superato il palazzo si giunge alla larga e luminosa piazza San Martino, in fondo alla quale sorge la Collegiata di San Martino, progettata dal “regio ingegnero” Giovan Battista Manni e ultimata nel 1733: la facciata è preceduta da un’ampia e scenografica scala a rampe ricurve. Sul lato opposto della piazza si staglia invece il Palazzo del Genio, con l’isolato del feudatario che ospitava la taverna, il teatro e le antiche carceri.
Proseguendo si arriva alla chiesa barocca di San Gennaro, con la cupola dalla forma ellittica, rivestita con embrici maiolicati cerretesi: la chiesa ospita statue lignee, tele, paramenti e oggetti sacri, fra cui si segnala un prezioso calendario reliquiario cesellato che contiene reliquie di diversi santi e un pezzetto della Croce. Oltre piazza Roma, su cui s’affacciano bei palazzi del 700, sorge la chiesa di San Rocco, costruita dai sopravvissuti alla peste del 1656.




Le chiese di Cerreto
Il centro della città si distingue per il gran numero di chiese, che si alternano a piazze squadrate, edicole antiche e arredi urbani in ceramica diffusi nel tessuto urbano.


La città di Cerreto si distingue anche per la qualità e la bellezza dell’architettura civile, completamente ricostruita dopo il terremoto del 1688.
Numerosi ed eleganti sono gli edifici pubblici e privati, spesso dotati di importanti portali a bugne dominati da mascheroni. Citiamo i palazzi Carizza e Giordani, il palazzo Nardella caratterizzato dai singolari monogrammi in tufo grigio, palazzo Magnati già set cinematografico negli anni ’50 e palazzo Ungaro con i suoi affreschi di grottesche, putti e decorazioni Rococò. A conservare la struttura edilizia tipica cerretese è il Palazzo Vescovile con l’androne, il cortile interno e il retrostante giardino.
Poco lontano dall’abitato si possono ammirare i ruderi dell’antica Tintoria ducale, pregevole esempio di architettura industriale dove venivano colorati i panni lana cerretesi. Fu realizzata nei primi anni del Settecento lungo la strada frequentata dalle greggi di pecore che da Cerreto antica portava in Puglia.
Poco oltre si trova l’antico insediamento di Cerreto distrutto dal sisma. Oggi restano visibili pochi ruderi tra cui il torrione, che aveva funzioni carcerarie.

Scorci di edifici cerretesi
Numerosi ed eleganti sono gli edifici pubblici e privati, spesso dotati di importanti portali a bugne dominati da mascheroni.


Nei dintorni
Uscendo dal centro storico e proseguendo verso le colline circostanti si raggiungono altri edifici religiosi come la piccola chiesa della Madonna del Soccorso, il santuario di S. Maria delle Grazie, di fine Cinquecento, annesso al Convento dei frati Cappuccini, la chiesa di Sant’Anna e la chiesa della Madonna della Libera.
Il territorio nei dintorni offre soprattutto aree naturali molto caratteristiche come la Morgia Sant’Angelo che svetta in tutta la sua bellezza e domina l’intera valle telesina. Conosciuta come la “Leonessa”, si tratta di un blocco di pietra calcarea alto circa 35 m che è stato modellato dai fenomeni di erosione fino a farla somigliare in maniera straordinaria al felino; al suo interno ospita una grotta abitata nel Neolitico e trasformata in luogo di culto dai Longobardi.
In località Raone un sentiero porta al ponte e alla cascata Vallantica alta circa cinquanta metri. A monte della cascata, nei pressi della cima di monte Alto, è situata la Grotta Cupa. Più maestosa è la grotta chiamata “Chiusa” o “dei briganti” che, dopo una serie di ambienti ricchi di stalattiti e stalagmiti, termina nella “cattedrale” alta circa 20 metri. La denominazione deriva dal fatto che l’ingresso alla grotta è stretto e sinuoso e obbliga il visitatore a prostrarsi completamente per entrarvi, strisciando lungo un tratto di circa tre metri. Terzo suggestivo ambiente è la “Rotonda del Coccodrillo”, raggiungibile stavolta calandosi in verticale in un inghiottitoio di quattro metri.
Il principale corso d’acqua che attraversa il comune ha creato nei millenni uno stretto canyon fra i monti Erbano e Cigno, le Forre del Titerno, profonde trenta metri e larghe quindici nel punto massimo, raggiungibili tramite un sentiero guidato tra grotte, ponti, mulini e il Belvedere.
Sovrasta il corso del fiume l’antico Ponte di Annibale, spettacolare costruzione di epoca romana che secondo la leggenda fu attraversato dal condottiero cartaginese con il seguito dei suoi elefanti.



Nei dintorni di Cerreto
Uscendo dal centro urbano si raggiungono altri edifici religiosi e aree naturali molto caratteristiche
Prodotti tipici
Cerreto Sannita vanta una ricca tradizione rurale, legata a un territorio che sorprende per varietà e qualità dei suoi prodotti. L’argilloso terreno collinare è un habitat ideale per produzioni di qualità, a partire dal vino: qui spicca la produzione di alcuni dei vini più noti del Sannio come Falanghina e Solopaca.
Cerreto è anche “città dell’olio”, grazie ad antiche cultivar di olive come l’Ortice, l’Ortolana e la Raccioppella.
Altre tipicità del posto sono i formaggi (ricotte, pecorini, caciocavallo), particolarmente saporiti perché ottenuti con il latte di ovini e bovini che pascolano liberamente nutrendosi di fiori ed erbe di montagna sulla Parata, vasto pascolo d’altura che si estende a mille metri di quota sul monte Coppe.
Sullo stesso monte spunta anche un raro e aromatico fungo, il virno, che per il profumo intenso qualcuno paragona addirittura al tartufo. Il virno è un fungo piccolo, dal cappello nocciola chiaro, noto comunemente anche come “fungo di San Giorgio” perché spunta intorno al 23 aprile, periodo in cui Cerreto esprime anche un’altro protagonista stagionale della cucina locale, l’asparago.