il percorso espositivo

Il percorso espositivo si sviluppa nei locali di Palazzo Sant’Antonio, ex convento settecentesco che è anche sede del Municipio.
La ceramica antica e la collezione Mazzacane sono esposte tra il piano terra e il piano ammezzato del palazzo. La sezione dedicata alla ceramica contemporanea è allestita in una parte del chiostro, che viene utilizzato anche per mostre e rassegne temporanee.
Due sono gli ingressi. Il primo è su Via Medaglia d’Oro, con accesso diretto alla sezione della Ceramica antica e alla Collezione Mazzacane; il secondo è su Corso Marzio Carafa, in corrispondenza dell’ingresso del Municipio, con accesso diretto al chiostro e alla sezione contemporanea MArCon.
Ceramica antica e Collezione Mazzacane
Le opere più rappresentative del museo sono esposte nelle sale interne tra il seminterrato e il piano ammezzato. Qui sono ancora riconoscibili gli ambienti dell’ex convento settecentesco e alcuni importanti elementi architettonici che rendono ancora più suggestiva la visita.
Sala 1
Ingresso




Nella prima sala sono esposte alcune riproduzioni in dimensioni reali di edicole votive situate a Cerreto Sannita e nei paesi circostanti, realizzate tra il Settecento e l’Ottocento.
Le edicole sono una testimonianza tipica della religiosità popolare, che trovava posto sulle facciate delle chiese, soprattutto quelle rurali, ma anche delle case e delle botteghe, per affidarne la protezione ad un santo o alla Madonna.
Grazie ad una perfetta riproduzione fotografica degli originali, la sala raccoglie ‘virtualmente’ nel museo opere disseminate in località distanti tra loro o inaccessibili al grande pubblico.
Si può notare come le edicole siano composte da più “riggiole” finemente dipinte. Portano quasi sempre il nome o la sigla del committente e talvolta frasi in latino o nell’italiano dialettale. I soggetti sacri sono rappresentati con sembianze familiari e domestiche e quasi tutte le edicole presentano, in basso, anime purganti fra le fiamme ardenti, per invocare la salvezza di tutte le anime giacenti nel Purgatorio.
Nella prima sala sono esposte anche diverse ceramiche cerretesi risalenti prevalentemente al XVIII secolo. Spiccano gli albarelli ovvero i tipici vasi da farmacia, decorati con paesaggi e scene campestri nel caratteristico colore blu utilizzato a Cerreto.
Sala 2
“Del camino”


La sala prende il nome dal camino murato nella parete sinistra, che ospita la riproduzione fotografica di un’edicola in ceramica cerretese con la Madonna e i Santi Michele Arcangelo e Antonio di Padova.
Nella sala sono conservati anche reperti provenienti dalla vecchia Cerreto, come un capitello corinzio, un piccolo rosone e alcune lucerne paleocristiane e diversi frammenti ceramici. Particolarmente interessanti le due lucerne di epoca paleocristiana (III-VI secolo) che sono fra i reperti più antichi del museo.
Sala 3
Seminterrato


Nelle due sale del piano seminterrato si snoda la Collezione Mazzacane, suddivisa in corredi rurali (Sala 3), corredi patrizi, albarelli e devozione domestica (Sala 4).
La terza sala espone corredi rurali, vale a dire ceramiche destinate ad una committenza più rustica e meno facoltosa, ricoperte di uno smalto più economico e decorato con colori meno costosi.
Molto tipiche sono le cosiddette “ceramiche amatorie”, che i fidanzati si scambiavano come simbolo del proprio impegno d’amore: sono soprattutto anfore decorate da cuori incatenati, trafitti da spade o con altri riferimenti alla vita coniugale. Sono esposti anche piatti nuziali con le iniziali degli sposi, zuppiere e due rari vassoi a “mancerina”, con i quali veniva servita la cioccolata.


Sala 3
La terza sala espone corredi rurali di vario genere, tra i quali le cosiddette “ceramiche amatorie”.
Sala 4
“Cantinone”


La quarta sala è chiamata “cantinone” perché in origine era la cantina dei frati che abitavano il convento. Qui sono esposte alcune tra le più importanti ceramiche della storia di Cerreto Sannita, in gran parte di epoca settecentesca.
In questa sala si possono ammirare la ricchezza delle forme e i colori tipici della tradizione locale. Tra le vetrine spiccano i nomi degli artisti e delle famiglie che hanno scritto la storia della ceramica cerretese e ne hanno influenzato lo stile per gli anni a venire.
Oggetto originale e molto riconoscibile della ceramica cerretese è l’acquasantiera, un piccolo recipiente a forma di tempietto, utilizzato nella devozione domestica. Tra le più interessanti va segnalata quella raffigurante S. Domenico, attribuibile alla bottega di Nicolò Russo, “padre” di intere generazioni di ceramisti.
Di particolare interesse è il calamaio Rosati, simbolo della collezione Mazzacane, con una raffinata decorazione e sei cherubini che sorreggono le vaschette destinate all’inchiostro.
Anche in questa sala una intera vetrina è dedicata agli albarelli, vasetti utilizzati soprattutto nelle farmacie per contenere pillole, erbe e creme già nel Settecento. Ce ne sono di tutte le dimensioni anche se il colore predominante è sempre il tipico blu Cerreto, ottenuto dalla particolare miscelazione del preziosissimo cobalto e dell’ossido di rame.



Sala del Cantinone
In questa sala si conservano le più importanti ceramiche della storia di Cerreto Sannita. Qui si possono ammirare la ricchezza delle forme e i colori tipici della tradizione locale.


Dalla fabbrica Russo proviene anche una delle opere più note della collezione museale: un piatto reale riccamente decorato e con un grande felino al centro (un leone o forse un leopardo). Il piatto si ispira a esemplari spagnoli e napoletani, i colori sono quelli tipici della tavolozza cerretese come il verde, il giallo, l’arancio, combinati in maniera molto vivace.
Altre vetrine conservano anfore, piatti, vassoi e zuppiere, ognuno decorato con motivi differenti, spesso influenzati da stili provenienti da fuori regione: “alla palmetta”, “a reticolo”, “alla maniera di Moustiers”. Il piatto con un delicato profilo di uccello in colore turchino (detto “il pettirosso cerretese”) presenta una decorazione circolare “alla pavona” tipica dello stile locale.
Un altro dei pezzi più sorprendenti della Collezione è la grande idria da pompa, probabilmente realizzata a Napoli nella seconda metà del ‘700. Destinata alla Certosa di San Lorenzo a Padula, l’opera si fa ammirare per la grandezza e per la qualità della decorazione: San Lorenzo viene raffigurato su una parte del vaso mentre la parte opposta invece è dominata da una scena con due soldati e una donna in navigazione.
Sale 5/6
Ammezzato


Sala 6 (Piano ammezzato).
Il grande salone ospita ceramiche di manifattura napoletana e casertana. Più consistente è il gruppo di ceramiche provenienti da città localizzate tra la provincia di Avellino e la Puglia, con i quali la comunità di Cerreto aveva scambi commerciali.

Nell’atrio del piano ammezzato (Sala 5) sono esposti una serie di frammenti ceramici medievali ma soprattutto il reperto più antico del museo: un vaso di area pugliese risalente al V secolo a.C.
Le vetrine del grande salone (Sala 6) ospitano ceramiche del Settecento e dell’Ottocento non realizzate a Cerreto:
Sono presenti di piatti di manifattura napoletana e casertana tra cui alcune opere delle fabbriche Ghirardi e Del Vecchio e della Real fabbrica Ferdinadea. Particolarmente elegante è la pipa in ceramica realizzata dalla Real Fabbrica di San Carlo di Caserta (1754-56) e alcuni piatti con decoro a merletto originario di Moustiers in Francia, ripreso anche in Italia.
Più consistente è il gruppo di ceramiche provenienti da città localizzate tra la provincia di Avellino e la Puglia, con i quali la comunità di Cerreto aveva scambi commerciali. Tipici di Ariano Irpino (Av) sono le borracce e le fiasche dai colori vivaci e dalla fantasiosa rusticità. Un folto gruppo di piatti di Laterza (Ta) reca stemmi di famiglie dell’area cerretese a riprova del fatto che le sue fabbriche erano considerate particolarmente abili in questo tipo di produzione, eseguita prevalentemente in blu su piatto bianco. Da Grottaglie è presente il tipico “srulu”, una brocca per vino o acqua recante il tipico decoro del gallo centrale e margherite stilizzate ai bordi.
Nell’ultima vetrina destra sono conservate altre ceramiche cerretesi. Spiccano l’acquasantiera raffigurante San Sebastiano e il piatto da pompa avente nel mezzo un leone, dalla bella criniera, immortalato mentre cammina.
Ceramica contemporanea
Nel chiostro di palazzo Sant’Antonio è allestita la sezione di arte ceramica contemporanea, conosciuta anche con l’acronimo MArCon.

Chiostro




La sezione, dedicata all’artista Salvatore Cipolla, espone opere di artisti italiani fra i più rappresentativi, tra i quali lo stesso Cipolla. Molte di queste sono state donate dai partecipanti alle Biennali di arte ceramica contemporanea di Cerreto Sannita, svoltesi dal 1998 al 2015.
A queste opere si affiancano diversi presepi in ceramica raccolti durante la manifestazione “Presepiarte”, esposizione tematica che si tiene ogni anno in periodo natalizio.
Sezione contemporanea
Il chiostro di Palazzo Sant’Antonio ospita la sezione contemporanea del museo, dedicata all’artista Salvatore Cipolla.
Il Centro polifunzionale
Nel Centro polifunzionale del museo è presente un attrezzato laboratorio ceramico utilizzato per attività didattiche e formative, oltre a una sala per conferenze, convegni e mostre. fine di apprendere manualmente le tecniche di lavorazione dell’argilla e di realizzazione delle maioliche.
L’accesso al centro polifunzionale avviene dalla sala del cantinone, dal chiostro oppure, esternamente, da via Cavallotti nel portico della Società operaia di Cerreto Sannita.
