Le collezioni del Museo della ceramica di Cerreto Sannita

17 Maggio, 2022

Il museo e le sue collezioni

Dai reperti più antichi di epoca paleocristiana (VI sec. d.C.), al calamaio del notaio Giovan Camillo, all’anfora di San Lorenzo di quasi mezzo metro d’altezza, destinata alla Certosa di Padula, alla prestigiosa pipa della Real Fabbrica di Caserta, fino ai set per la cioccolata, da barbiere e da farmacia, per l’inchiostro e perfino da tabacco.
Solo la Collezione Mazzacane conta oltre 250 pezzi. È questo il nucleo più importante del museo ospitato negli spazi di un antico convento, oggi Palazzo Sant’Antonio, tra la Sala del Camino, il suggestivo ambiente del Cantinone e il Piano superiore, oltre che il chiostro utilizzato per mostre e rassegne di ceramica contemporanea.

La Collezione Mazzacane. Il nucleo più importante del Museo della ceramica cerretese

Fondamento di questo museo è la grande passione per la ceramica di Vincenzo Mazzacane. È lui ad avere raccolto e custodito la più ricca delle Collezioni di ceramiche esposte nelle sale del museo.

Le ceramiche erano state acquistate o ricevute in dono per più di cinquant’anni, dal 1900 fino al 1956, anno della sua morte.

La collezione arrivò a contare più di duecento oggetti in ceramica, risalenti prevalentemente al 1700 e al 1800. E la maggior parte è stata donata al museo dai suoi eredi.

Alla collezione principale si aggiunge anche un nucleo di opere di fine Settecento e degli inizi dell’Ottocento non realizzate a Cerreto.

Da Napoli sono presenti alcune opere delle fabbriche Ghirardi e Del Vecchio e della Real fabbrica Ferdinadea.

Dalla Real fabbrica di San Carlo a Caserta provengono una elegante pipa e alcuni piatti con decoro a merletto originario di Moustiers in Francia e ripreso anche in Italia.

Più consistente è il gruppo di manufatti da Ariano Irpino, in provincia di Avellino, invece soltanto quattro gli oggetti provenienti da Vietri sul Mare, in provincia di Salerno, perché il mercato locale attingeva più facilmente dalle fabbriche delle terre con cui tradizionalmente i rapporti erano più intensi, come i paesi di Calitri (Av) e quelli pugliesi di Grottaglie e Laterza, in provincia di Taranto, principalmente per la transumanza delle greggi. Di Grottaglie è presente il tipico “srulu”, una brocca per vino o acqua recante il tipico decoro del gallo centrale e margherite stilizzate ai bordi.

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